Abortisce illegalmente per partecipare ad un reality show. Rischia 51 euro di multa

“Ho fatto una scelta e non devo renderne conto a nessuno. Ma sono un personaggio pubblico, avevo il terrore che si sapesse in giro. Semplicemente, non credevo di commettere un reato”. Con queste semplici parole la protagonista di un Reality Show italiano (forse l’Isola dei Famosi) ha spiegato il perchè del suo coinvolgimento nell’inchiesta legata alla morte di Ermanno Rossi, il ginecologo del Gaslini che si è suicidato nei giorni scorsi a Rapallo.

Il tema dell’aborto è quanto mai delicato. Si parla di libertà individuali, del diritto di poter scegliere se avere o non avere un fglio, di opportunità di far arrivare la famosa pillola Ru486 a chi ne faccia richiesta senza l’intervento del consultorio. Si parla sottovoce, un po’ a fatica, del diritto di quel bambino scartato di venire al mondo.

C’è un articolo di una norma ormai datata, il numero 19 della legge 194, che punisce il medico che pratichi un aborto oltre i termini di legge. Lo stesso articolo sancisce che la donna la quale decida di abortire quando la legge considera il feto già “una vita” a tutti gli effetti debba pagare una multa di… 51 euro.

Così la “vip” che a Genova ha interrotto la propria gravidanza per poter partecipare al Reality Show, che ha gettato nel cesso un vita, un bambino vero, una creatura che si sarebbe formata, avrebbe bevuto il latte dal seno materno, avrebbe frequentato una scuola elementare, magari avrebbe giocato a pallone nel cortile di casa, si sarebbe laureato, sarebbe stato scelto dalla NASA per un progetto speciale e sarebbe diventato il primo italiano a mettere piede su Marte… pagherà 51 euro (meno che per un divieto di sosta) e sarà a posto con la legge.

Un’ultima riflessione di Giuliano Ferrara, che sul tema dell’aborto ha costituito una lista elettorale candidata alle prossime elezioni. “Farò il test per la sindrome di Klinefelter,” ha dichiarato il direttore del Foglio, “che è dovuta a un difetto dei cromosomi che determina tra l’altro un’alterazione degli organi sessuali. E siccome ho testicoli piccoli e grandi mammelle farò le analisi.
Sarà un “atto di solidarietà” con il feto abortito a Napoli. Il bambino è stato ucciso perché aveva la sindrome di Klinefelter. Non perché stesse per nascere con tre teste. È morto un bambino che aveva una malattia, e questa per me si chiama eugenetica”.

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