Alluvione. A Piacenza in 4 ore è caduto un quinto della pioggia annuale

PIACENZA – Un fenomeno così devastante, forse, non poteva essere fronteggiato. E’ la sensazione che ho in questo momento, dopo tante ore al telefono e ad osservare territori allagati, case crollate e lamiere contorte. Dopo una giornata in cui Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri, Croce Rossa e centinaia di volontari hanno lavorato sulle macerie lasciate dalla bomba d’acqua che ha duramente colpito la provincia di Piacenza, sembra davvero inutile fare congetture o polemiche. In 4 ore, secondo i dati forniti dal Consorzio di Bonifica, è caduto un quinto della pioggia che bagna il territorio in un anno. Una quantità tale di acqua da far alzare di metri il livello di Trebbia e Nure in tempi rapidissimi. E mentre Bettola, Farini, Ferriere, Travo, Ottone, Cerignale, Pontedellolio vivevano il loro incubo, la piena si muoveva inarrestabile verso Piacenza, dove avrebbe sommerso Roncaglia e Borghetto poco tempo dopo. Quando l’acqua ha raggiunto le case, le idrovore erano già in funzione, ma i residenti sono stati comunque presi alla sprovvista.
Inutile puntare il dito contro qualcuno. Questo è il momento in cui occorre prendere guanti e pala e correre a dare una mano. Paradossalmente, ci hanno spiegato i volontari sul campo, nei paesi in montagna e in collina la gente è meglio organizzata. Le aziende hanno mezzi pronti ad intervenire e i volontari sono numerosi. Serve aiuto a Roncaglia e Borghetto, dove i danni sono solo apparentemente minori. Ci sono attività completamente devastate, case impraticabili, famiglie sfollate.

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