Cesare Battisti, serial killer mai pentito, fa la bella vita alla faccia delle sue vittime e dell’Italia intera

Biocottiamo i prodotti Brasiliani! Organizziamo le nostre vacanze in altri paesi del sudamerica! Rifiutiamoci di giocare le partite di calcio contro la nazionale verde-oro! No, credetemi, non sono impazzito… sono solo offeso e indignato. Il Brasile (come prima la Francia) se ne frega delle nostre leggi. Non ha rispetto per il popolo italiano e per le decisioni dei nostri tribunali. Ecco perché ho deciso, e vi invito ad unirvi a me, di boicottare in ogni modo il Paese che sulla bandiera ha ricamate le parole “Ordem e Progresso”. Procediamo con ordine…

Chi è Cesare Battisti? E’ l’ex leader dei Proletari armati per il comunismo (PAC), un uomo condannato con sentenze definitive all’ergastolo e ad un periodo di isolamento diurno, oltre che per banda armata, rapine, armi, gambizzazioni, per ben quattro omicidi.

In due di questi efferati omicidi (quello del maresciallo degli allora Agenti di Custodia Antonio Santoro, Udine 6 giugno 1978, e quello dell’agente Andrea Campagna, Milano 19 aprile 1979) egli sparò materialmente in testa o alle spalle delle vittime.

Per un terzo (Lino Sabbadin, macellaio, ucciso a Mestre il 16 febbraio 1979) partecipò materialmente facendo da copertura armata al killer Diego Giacomini. Per il quarto (Pieluigi Torregiani, Milano 16 febbraio 1979) fu condannato come co-ideatore e co-organizzatore. Gli omicidi Sabbadin e Torregiani, infatti, furono compiuti a distanza di un’ ora l’uno dall’altro, nello stesso giorno (16 febbraio 1979, appunto, a pochi giorni dagli omicidi di Guido Rossa ed Emilio Alessandrini), perché responsabili, secondo “la giustizia proletaria”, di avere reagito a rapine che avevano subito poco tempo prima. Furono uccisi perché mai avrebbero dovuto reagire ai proletari costretti alle rapine per sopravvivere. La stessa organizzazione (Proletari Armati per il Comunismo, Pac), di cui Battisti era uno dei capì, organizzò i due omicidi in contemporanea per darvi maggior risalto: un gruppo agì a Mestre (tra essi Battisti), un altro a Milano.

Se questa breve introduzione – utile per non dimenticare di chi stiamo parlando – non dovesse bastare, ecco cosa dicono di lui gli ex terroristi che hanno agito al suo fianco.

Pietro Mutti, 54 anni, ha fondato i Pac con Battisti, ma si è pentito delle sue azioni. Oggi lo definisce un cinico. Dopo la morte del maresciallo Santoro non vi fu, secondo Mutti, alcuna scena di esultanza. “Cesare era tranquillo, è sempre stato un freddo,” dichiara a Panorama. “Non era un intellettuale, ma un delinquente comune e così si dava da fare per meritare di restare con noi, il gruppo fondatore dei Pac, che in cambio gli garantivamo vitto, alloggio e documenti falsi”. I commenti di Mutti, che con il terrorista ha costruito un movimento ribelle, ha sparato, ha ammazzato persone, si riassumono in pochi concetti. Chi è Cesare Battisti? “il peggiore di tutti”, un “assassino puro”, un “freddo opportunista”, “protagonista di tutte le malefatte del gruppo”.

Non sono solo le famiglie delle vittime del “serial killer” Battisti ad essere umiliate dal presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva (che con il suo partito si è fortemente opposto all’estradizione). Il Brasile ha offeso l’Italia intera, trattando il nostro Paese alla stragua di una dittatura incapace di portare a compimento un giudizio obiettivo e giusto nei suoi tribunali.
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Il curriculum completo di questo assassino è sul sito VittimeDelTerrorismo.it

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