Louis Armstrong: “Cos’è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai”

Oggi non riesco a smettere di ascoltare “Hello, Dolly!” in una delle tante versioni che ho sul mio iPod. Mi sono svegliato questa mattina con la convinzione di avere fatto uno strano sogno, con la musica di Armstrong come colonna sonora… Così ho colto lo spunto per raccontarvi una storia, quella di Louis Daniel Armstrong detto “bocca secca”.

Quando suono, penso a quei momenti del passato e dentro di me nasce una visione. Una città, una ragazza lontani nella memoria, un vecchio senza nome incontrato in un posto che non ricordo.

Nato a New Orleans il 4 agosto del 1901, per tutta la vita racconta di essere nato il 4 luglio del 1900. Solo lui sa il perché. E’ probabile che da giovanissimo, per poter lavorare, fosse stato costretto ad invecchiarsi di un anno e un mese.
Il suo straordinario talento musicale emerge subito. Cantava per le strade, con la sua voce tonante, fino a quando è finito in riformatorio per avere sparato in aria a capodanno, con la pistola sottratta ad uno dei tanti amanti della madre (che pare si prostituisse). In riformatorio continua a studiare musica e si avvicina alla cornetta, grazie al maestro Peter Davis.
Uscito dal riformatorio entra nelle grazie di Joe “King” Oliver, considerato il migliore cornettista di New Orleans e impara a leggere le partiture e a suonare la tromba. Per lui si apre un mondo.
Suona per anni sui battelli a vapore, un lavoro davvero estenuante che lo porta, però, a progredire costantemente, fino a quando non decide di cercare fortuna a Chicago, dove King Oliver lo stava aspettando.

Cos’è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai.

Con l’arrivo di Louis Armstrong, la Creole Jazz Band di King Oliver diventa uno dei gruppi musicali più di successo della città. Satchmo aveva uno stile unico e Oliver gli dava tutto lo spazio necessario per esprimere fantasia e inventiva. A Chicago  Armstrong perfeziona il suo inconfondibile timbro e raggiunge un volume e una potenza sonora impressionante. Ma Chicago è la città dei gangster. Suonare in un locale significava fare uno sgarro a qualcun altro e la vita dei musicisti, tra sparatorie e regolamenti di conti, era tanto più pericolosa quanto più questi raggiungevano la fama. L’infanzia di Louis Armstrong e il suo rapporto difficile con la madre condizionarono la sua sfera sentimentale. Ebbe molte donne nella sua vita. Nella Creole Jazz band conobbe la sua seconda moglie, la pianista Lil Hardin Armstrong, che poco alla volta riuscì a convincerlo a lasciare il suo mentore e a trasferirsi a New York.

Il rango non conferisce privilegi o potenza, ma conferisce responsabilità.

A soli 23 anni, Louis Armstrong accetta un invito per suonare con l’orchestra di Fletcher Henderson, la band afro-americana più famosa a quei tempi, che si esibiva a New York. Henderson era un colosso del jazz e la sua orchestra disponeva dei migliori solisti. Satchmo ha l’occasione di incidere brani con Sidney Bechet, Bassie Smith e con tutti i big del momento. Credo che il jazz sia esploso proprio in quei momenti, dai concerti con l’orchestra di Henderson al lancio della sua carriera da solista. Il disco “Hot Fives and Hot Sevens” è il manifesto del jazz che amo, con Armstrong in stato di grazia che, oltre a suonare la tromba in modo incredibilmente fantasioso, canta con la sua voce profonda, ruvida, pescata dal fondo della gola. Secondo la leggenda, in quegli anni nasce anche il canto scat. Louis Armstrong raccontò di aver avuto per caso l’idea di cantare sillabe senza senso imitando gli strumenti musicali quando, durante la registrazione della canzone “Heebie Jeebies”, il testo che stava leggendo gli cadde dal leggio.

Mi fermo qui, all’apice della carriera del nostro Louis “bocca secca” Armstrong. La sua storia continua con dischi meravigliosi, concerti e viaggi in ogni angolo del pianeta, nello straordinario ruolo di ambasciatore del jazz.

Categorie