Steve Jobs sfidato da Ryan Tate sul concetto di libertà. Navigare senza Flash è un po’ come usare Google in Cina

Steve Jobs ha ragione dicendo che gli utenti non devono per forza acquistare il suo iPad, e che i programmatori non devono per forza sviluppare e pubblicare per i suoi dispositivi. Lui fa quello che gli pare e il mondo, che in questo momento pende dalle sue labbra, è libro di condividere o meno la sua filosofia. Tuttavia…

La Apple è un’icona. E’ un’azienda che per anni ha combattuto contro colossi dell’informatica, immettendo sul mercato dispositivi rivoluzionari. Con i suoi Mac ha contribuito a migliorare il lavoro di artisti, grafici, musicisti, videomaker. Con l’Ipod ha cambiato il mondo della musica. Con l’iPhone ha stravolto il mercato della telefonia mobile.

Lo spot dell’iPad, infatti, presenta questo nuovo gioiellino come una vera rivoluzione. In termini di marketing, gli uomini di Steve Jobs hanno voluto affermare un concetto importante usando questa parola: ”rivoluzione”. Un concetto che è stato recepito e duramente criticato da Ryan Tate, editorialista e blogger di Valleywag.

”Se Bob Dylan fosse giovane oggi – ha domandato Ryan Tate a Steve Jobs – cosa penserebbe della sua azienda?”. Il cantautore americano non riuscirebbe ad associare la parola iPad con la parola rivoluzione, dal momento che ”le rivoluzioni sono legate al concetto di libertà”.

Il CEO della Mela, colpito duramente dalla domanda del blogger, ha risposto che ogni utente di iPad sarà libero: ”…da programmi che rubano i dati personali della gente. Dai programmi che uccidono la durata delle batterie. Dalla pornografia”.

Ne è nato un dibattito davvero interessante, in cui Ryan Tate ha accusato la Apple di avere imposto un vero e proprio regime, decidendo cosa includere o meno nei propri dispositivi, limitando di fatto la libertà degli utenti. Inoltre l’editorialista di Valleywag ha accusato Steve Jobs di avere messo in atto una sorta di vendetta personale nei confronti di Adobe, per esempio impedendo l’uso di Flash su iPad e iPhone.

Quanto alla pornografia, Ryan Tate ha risposto: ”io non voglio la libertà dalla pornografia. La pornografia va benissimo. E credo che mia moglie approverebbe”. La Apple vuole imporre al mondo ”una moralità sul porno, sui segreti industriali, sull’integrità tecnologica nel senso più deviato del termine”.

Insomma, pare proprio che Apple – secondo una parte della comunità dei bloggers americani esperti in high-tech – si stia proprio Microsoftizzando.

Io non sono mai stato anti-Microsoft e oggi non sono certo anti-Apple; sulla scrivania ho un PC (con Windows XP) e un iMac. Adoro il mio iPod e trovo che il mio iPad sia un gadget divertente, anche se condivido al 100% il pensiero di Ryan Tate riguardo la libertà di usare quello che mi pare. Circa il 75% dei siti web del mondo hanno almeno un banner in tecnologia Flash, che io – con il mio iPad – non posso vedere.

E’ un po’ come usare Google in Cina…

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