Chi critica la scuola non la odia, ma ama i giovani e il futuro

Quando muovo qualche critica alla scuola italiana si sollevano subito gli scudi. “I nostri studenti sono i più colti del mondo”… “gli americani non sanno parlare di nulla e credono che Roma sia a Parigi”… “gli studenti giapponesi si suicidano”…
Per evitare di cadere nei soliti luoghi comuni, guardiamo i dati certi e le statistiche. Capirete anche voi che la scuola italiana è da ricostruire da zero. È autoreferenziale, vecchia, infelice, iniqua, sottofinanziata e del tutto disallineata con il mondo in cui pretende di educare i propri figli.

Partiamo dal dato più disarmante: solo il 26% delle ragazze e il 17% dei ragazzi italiani si dice felice di andare a scuola, contro una media europea del 56% (OCSE).
I nostri ragazzi sono tutti lavativi? Io non credo. Se ogni mattina si trascinano come verso una condanna, forse è perché nella scuola italiana c’è qualcosa che non va.

Secondo l’OMS, oltre il 90% dei quindicenni italiani dichiara apertamente di non amare la scuola. E metà di loro convive con ansia, tristezza e stanchezza cronica (Agia).
Il 46,5% degli studenti confessa di sentirsi “nervoso costantemente” sui banchi, contro una media mondiale del 37% (WeWorld).

È un sistema che logora — e non solo chi lo subisce, ma anche chi lo regge. Quasi un insegnante su due è a rischio burnout (Università di Milano-Bicocca).
In un Paese in cui meno del 50% di insegnanti, alunni e genitori si dice soddisfatto del sistema educativo (Save the Children), parlare di “benessere scolastico” è un esercizio di fantasia.

La scuola italiana non è affatto inclusiva. È ancora strutturata come cent’anni fa, quando i figli dei ricchi dovevano andare al liceo e i figli dei poveri nelle scuole tecniche o professionali.
Siamo terzi in Europa per dispersione scolastica (9,4%), dopo Germania e Spagna (OCSE).
Tra gli studenti stranieri la situazione è drammatica: uno su tre abbandona prima del diploma, contro una media europea del 22% (MIUR).
La scuola, che dovrebbe ridurre le disuguaglianze, le cristallizza. Solo sei studenti su dieci “eccellenti” ma con difficoltà economiche aspirano alla laurea, contro nove su dieci tra i coetanei più ricchi (OCSE).

E i licei — soprattutto il classico — restano il feudo dei ceti benestanti. Gli altri, spesso figli di operai o migranti, finiscono confinati negli istituti tecnici o professionali: ghetti educativi travestiti da percorsi di inclusione(AlmaDiploma).

Gli insegnanti sono vecchi, refrattari al cambiamento e raramente si aggiornano. Nell’era del digitale, dell’intelligenza artificiale che incombe, il 75% dei docenti non ha mai seguito corsi di aggiornamento nella scuola in cui insegna.
Il corpo docente italiano è tra i più anziani del mondo occidentale: oltre il 53% ha più di 50 anni, contro una media europea del 37% (OCSE).
I giovani? Praticamente assenti: solo il 3% dei docenti di ruolo ha meno di 35 anni (Openpolis).
E quando si tenta di entrare nel sistema, il 90% dei candidati ai concorsi pubblici fallisce l’abilitazione (La Stampa).

Ma almeno, alla fine, i nostri studenti sono davvero migliori degli americani perché studiano più materie umanistiche? No.
Uno studente su quattro non comprende testi elementari (OCSE). Solo uno su venti riesce a distinguere fatti e opinioni in un articolo.
Metà dei maturandi non raggiunge il livello minimo in matematica o in italiano (Il Sole 24 Ore).
E l’85% dei quindicenni ha paura di prendere un brutto voto, contro una media europea del 66%.

Non imparano a sbagliare, imparano ad avere paura.
una scuola che insegna la paura non può più dirsi educativa.

È il paradosso dei NEET: un giovane su quattro non studia e non lavora (ISTAT).
Una generazione che la scuola non è riuscita né a formare né a ispirare.

Chi critica la scuola, come faccio io, non la disprezza: la difende.
Vorrebbe premiare gli insegnanti che, con passione, si sacrificano ogni giorno per trasmettere curiosità e sapere nonostante il sistema scolastico.
Chi critica la scuola non la odia. Semplicemente ama i giovani e il futuro del Paese.

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