GF10. Mauro Marin, moderno Taschino, piace perchè è uno di noi

Il “matto”, o “giullare”, era l’unico a potersi prendere gioco del Re. Pensate a “Re Lear”, la tragedia scritta intorno al 1606 da William Shakespeare, e ancor più a “Fool”, il bestseller di Christopher Moore che racconta la medesima vicenda dal punto di vista del buffone.

Nella rilettura di Moore, il giullare, Taschino, sembra il personaggio meno influente a corte. Tuttavia è in grado di manovrare tutta l’azione di nascosto, manipolando le figlie di Re Lear e i loro mariti, e ottenendo alla fine una sorta di giustizia.

Mauro Marin è stato il vero “matto” del Grande Fratello. In questa decima edizione il reality si è confermato il più seguito in Italia, con una media del 27,52% di share. Ci ha accompagnato per più di 4 mesi, con ben 20 puntate di prime time, per un totale di 134 giorni e oltre 3.200 ore di diretta tv. E il salumiere è stato sempre l’indiscusso protagonista.

Il nostro “matto” non si è mai finto un santo. Non ha mai sprecato lacrime. Il ventinovenne trevigiano ha superato senza difficoltà gli altri tre finalisti (Giorgio, Cristina e Alberto) perché fuori dalla Casa poteva contare su un vero e proprio esercito di fans, pronti a battersi per lui.

In un articolo pubblicato recentemente su “Panorama”, il movimento dei “mauriani” viene paragonato a quello che ha sostenuto e portato alla vittoria il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Stesse tecniche, stesso utilizzo consapevole di internet. Stessa popolarità, nata dal basso, dal popolo… e impossibile da controllare.

Mauro Marin ha conquistato il pubblico perché è uno di noi. Con uno spirito goliardico e scanzonato da italiano medio (che non si prende troppo sul serio, specialmente mentre partecipa ad un gioco), contando su un’intelligenza non comune, il salumiere ha portato a casa il bottino finale di 250.000 euro ed ha dichiarato: “con questi soldi ci pago il mutuo. Sogno di comprare un piccolo salumificio dalle mie parti”.

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