Bobbio e la Gioconda di Leonardo Da Vinci. Lo studio dell’architetto Bellocchi

BOBBIO (Piacenza) – Cinque anni orsono la ricercatrice Carla Glori presentò al mondo il suo studio sul quadro più famoso del mondo, la Gioconda di Leonardo Da Vinci, identificando il ponte Gobbo di Bobbio sullo sfondo del celebre dipinto. In base alla ricostruzione storica, Monna Lisa sarebbe in realtà Bianca Giovanna Sforza, figlia di Ludovico il Moro, duca di Milano e signore di Bobbio. Gli architetti Davide e Angelo Bellocchi hanno compiuto una serie di analisi e di ricostruzioni in 3D per supportare la tesi di Carla Gori, evidenziando 10 punti di riferimento che confermerebbero tutte le ipotesi.
Per prima cosa lo studio Belloocchi ha effettuato una ricostruzione su basi storiche della struttura del castello alla fine del XV secolo, collocandolo nel paesaggio reale, anch’esso ricostruito in 3D. Il paesaggio è stato compresso, seguendo fedelmente le regole del “Trattato di pittura” scritto dallo stesso Leonardo Da Vinci. Alcune piccole differenze con il paesaggio sono semplici scelte artistiche, giustificate dalla necessità di collocare elementi estetici per intero nel quadro.

Oltre al Ponte Gobbo, le nette similitudini riscontrate dalla studiosa e dagli architetti tra il paesaggio dipinto e quello bobbiese riguardano anche le acque. Il fiume Trebbia e la sua grande ansa coincidono infatti con il corso d’acqua raffigurato a destra della Gioconda. Stesso discorso vale per le montagne sullo sfondo, simili ai rilievi della val Tidone, alla Pietra Parcellara e alla zona dei calanchi.

La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, fu dipinta da Leonardo Da Vinci tra il 1503 e il 1506 (anche se l’artista ha apportato modifiche e ritocchi quasi fino alla sua morte, avvenuta nel 1519). E’ un dipinto a olio su tavola, non particolarmente grande (misura infatti 77 centimetri per 53).
La Gioconda è oggi esposta al museo Louvre di Parigi. Proprio dal Louvre viene rubata nel 1911 da un operaio italiano, Vincenzo Peruggia, che per spirito di patriottismo voleva riportare il quadro in Italia. Due anni dopo la Gioconda fu ritrovata a Firenze e restituita ai francesi.

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