“L’amore del ‘Dio con noi’ doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti”. Sono le parole pronunciate oggi da Papa Benedetto XVI dal loggione centrale di San Pietro, in Vaticano. “L’annuncio consolante della venuta dell’Emmanuele lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso di esse”.
Ed è proprio alle comunità cristiane perseguitate nel mondo che va il pensiero di molti cattolici che, come me, possono festeggiare il Santo Natale in pace, nel caldo abbraccio dei propri cari, in famiglia o con gli amici più sinceri. Rivolgiamo una preghiera affinché la luce del Natale risplenda nuovamente anche in Terra Santa, “in quella Terra dove Gesù è nato” – come ha ricordato il Santo Padre, nella speranza che il significato profondo di questa festa “ispiri Israeliani e palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica”.
I nostri fratelli perseguitati non devono sentirsi soli, anche perché molti musulmani sognano il medesimo futuro di pace. “Senza la presenza dei cristiani, il Medio Oriente non ha futuro”, affermava alcuni mesi fa il giornalista Tariq Alhomayed, direttore del quotidiano panarabo “Asharq Al-Awsat”, musulmano. Questo giornale edito in lingua araba in Marocco, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Iraq, Libano, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti sta promuovendo una vera e propria campagna in difesa dei cristiani d’oriente.
“La protezione dei cristiani in Iraq,” ha spiegato Tariq Alhomayed, “è parte della difesa di tutti i gruppi etnici e di tutte le razze presenti nel Paese. Inoltre, coincide con la salvaguardia dell’Iraq stesso dalla divisione e dalle guerre civili. L’Iraq è un Paese dove si sono sviluppate alcune delle civiltà antiche, e queste civiltà sono il prodotto della diversità che è una garanzia, in quanto mette un freno all’estremismo”.
Per il mio messaggio d’auguri di quest’anno vorrei riportarvi le parole di Odilo Scherer, arcivescovo di San Paolo (in Brasile). “Coraggio, uomini e donne del nostro tempo! Coraggio, giovani e anziani apprensivi per il futuro! Non abbiate paura! Dio non ha abbandonato l’umanità al suo destino, senza curarsi più di noi! Coraggio, non siamo soli in questo mondo! Le nostre angosce non restano senza risposta, né le nostre ricerche rimangono senza senso”.
“Non siamo frutto del caso, né mossi da un sogno impossibile: Dio sa di noi, ci guarda e stende la mano verso di noi con infinita tenerezza e compassione”. Per il Cardinale Scherer, la Chiesa “non può smettere di proclamare questa Buona Novella al mondo, come luce che brilla nelle tenebre e acqua che irriga il deserto”, e ciò anche se il mondo “non sempre comprende, né ascolta questo annuncio della Chiesa”.