Ho letto un articolo interessante di Alexandra Samuel su The Wall Street Journal che parla di come i CEO spesso utilizzino in modo errato i social media. Il 61%dei timonieri delle 500 principali aziende americane (in base alla lista “Fortune 500”) non è presente su nessun canale sociale, e chi è presente spesso fa un uso maldestro dello strumento. Il 66% utilizza una sola piattaforma. La maggior parte di chi ha un account non lo aggiorna o lo fa ad intermittenza, spesso con un linguaggio inappropriato. Altri, ignorando le regole del gioco, pubblicano contenuti non pianificati che disturbano le strategie dei media manager, lenendo l’effetto di quelli decisi a tavolino. Poi ci sono i cosiddetti “lurkers”, utenti passivi che si limitano ad osservare dietro le quinte senza partecipare con propri messaggi.
In base al campione analizzato dal WSJ, LinkedIn rimane lo strumento più utilizzato (73%), anche se in modo molto statico. I CEO si limitano ad aggiornare il proprio curriculum, ma non interagiscono con il network dei contatti. Di quelli che utilizzano solo Twitter (l’8% del totale), poco più della metà “cinguetta” con un minimo di regolarità, mentre tutti gli altri sono utenti passivi. Solo l’8,3%utilizza Facebook, l’1,6% Google Plus e il 2,6% Instagram.
Dall’analisi emerge che questi top manager spesso fanno un uso improprio, goffo e maldestro dei social media, dimenticando di essere “osservati speciali” da parte di chi lavora con loro e di chi segue con interesse la vita e le attività delle aziende. Al contrario i dirigenti emergenti – quelli che ambiscono alle poltrone attualmente occupate dai top 500 – hanno imparato a fare un uso chirurgico di Facebook, LinkedIn, Twitter, Instagram, YouTube per il “personal branding“, per promuovere la propria carriera evidenziando capacità e talenti. L’80% dei dipendenti apprezza e segue con grande interesse la vita in rete del proprio superiore. La stessa cosa vale per i clienti. Il 75% di loro, secondo Mba Central, ha più fiducia in un brand quando i vertici dell’azienda comunicano attraverso i social network e dialogano con la base.