TARANTO – Chiude lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa. Per l’azienda il provvedimento di sequestro deciso dal gip di Taranto “comporterà in modo immediato e ineluttabile l’impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività”. Lo annuncia il management con un comunicato. Lo stop riguarda oltre 5000 lavoratori a cui si aggiungerebbero a cascata, nel giro di pochi giorni, i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica. L’azienda ribadisce che non esiste “un pericolo per la salute pubblica”. Sul proprio sito web sono state pubblicate consulenze e perizie “redatte dai maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale, le quali attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l’assenza di un pericolo per la salute pubblica”.
L’azienda ribadisce di non essere “parte processuale nel procedimento penale ed è quindi estranea a tutte le contestazioni ad oggi formulate dalla pubblica accusa”. Inoltre, si legge nella nota “lo stabilimento Ilva di Taranto è autorizzato all’esercizio dell’attività produttiva dal decreto del Ministero dell’Ambiente in data 26.10.2012 di revisione dell’Aia” e “il provvedimento di sequestro emesso dal Gip di Taranto in data odierna si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto al provvedimento di autorizzazione del Ministero dell’Ambiente”.
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