Intelligenza artificiale. Nel 2029 le macchine penseranno come gli esseri umani? L’ultimo libro di Kevin Warwick

Secondo la Legge di Moore, che la maggior parte degli scienziati interessati allo studio delle intelligenze artificiali ritengono valida e mai superata, “la velocità e la capacità di memoria dei computer raddoppiano ogni due anni”. Bastano pochi calcoli e semplici argomentazioni logiche per poter fissare sul calendario dei vostri smartphone una data, il 2029, come epoca della comparsa di un’intelligenza di tipo umano anche nelle macchine. Sembra una battuta o l’incipit di un libro di fantascienza degli anni ’50, ma non è così. Almeno secondo Kevin Warwick, professore di Cibernetica nel college di Reading, celebre per le sue ricerche su robotica e ibridazione fra uomo e macchina. Il suo ultimo libro dal titolo “Intelligenza Artificiale. Le Basi” (Flaccovio editore), come un manuale sfiora appena il complesso dibattito sull’etica, ma dà al lettore una panoramica sintetica sulle forme già realizzate di intelligenza delle macchine e sugli sviluppi futuri.
La prima domanda che mi ha colpito nel libro è questa: che cos’è l’intelligenza umana? Le argomentazioni sono interessanti e molto profonde. Warwick prova a fare un confronto in modo molto distaccato e neutrale fra esseri umani, animali, computer e ipotesi di forme di vita ancora sconosciute. Un passo alla volta il lettore è accompagnato in un viaggio affascinante tra le scoperte scientifiche di oggi (come la possibilità di un cervello umano innestato in un corpo meccanico) e quelle immediatamente future (con macchine dotate di cervelli biologici, che si evolvono come una sorta di ibrido tra uomo e macchina grazie a neuroni biologici sviluppati in vitro e dotati di capacità di apprendimento).

Per chi ama la fantascienza vintage e ha sognato da bambino un mondo di viaggi spaziali e robot antropomorfi, questo libro trasforma l’immaginario in realtà tangibile.

Vuoi dirmi la tua su questo Editoriale?
Parliamone su Twitter

Categorie