Il titolo Alitalia è stato riammesso ieri in Borsa, ma è stato escluso dagli scambi. In pratica è stato trattato solo nel corso dell’asta finale. In apertura di seduta ha comunque segnato un calo teorico del 21% per poi concludere la sessione con un tonfo sempre del 21% a 0,395 euro. In pratica il valore delle azioni è crollato a tal punto che la compagnia varrà più o meno come una Playstation 3 (full optional). Il tutto a vantaggio dei possibili compratori che riusciranno a mettere le mani sulla compagnia di bandiera per il corrispettivo di un tozzo di pane.
Intanto i sindacati sembra vivano su Marte e non abbiano compreso fino in fondo che ciò che chiedono a gran voce è il fallimento di Alitalia. In pratica, per salvare 1.000 lavoratori ne mettiamo in strada 20.000! Per fortuna contro la follia dei sindacati hanno cominciato a muoversi gli stessi lavoratori Alitalia che sono scesi in campo per opporsi a questa sorta di fanatismo sindacale.
I lavoratori di terra e di volo (circa 400 manifestanti) hanno protestato per evidenziare il fatto che si stesse giocando in maniera troppo superficiale con il loro posto di lavoro. La cosa è talmente vera che sono stati gli stessi sindacati a richiamare Air France al tavolo delle trattative, resisi conto di essere rimasti vittime della loro stessa demagogia, in una gara a “chi è il più duro” (anche a fini elettorali) tra le 9 sigle.