L’Italia, il coronavirus e le strategie di Cina, Russia e USA sulla nostra opinione pubblica

Oggi è domenica. Siamo in quarantena da più di un mese e in casa mia dormono tutti… alle 5 ho aperto gli occhi e non ho più ripreso sonno. Ho letto molto in queste settimane. Osservo, catalogo, memorizzo, elaboro. Mi piace analizzare le strategie di politica internazionale e soffermarmi su come ogni mossa sulla scacchiera venga comunicata e contribuisca a formare l’opinione pubblica. E’ il mio lavoro, ma è soprattutto una passione che mi porta a non riuscire più a leggere una notizia senza che la mia mente la smonti per capire le mosse a ritroso e provare ad immaginare tattiche e strategie.

Concedetemi una divagazione domenicale sul coronavirus, la politica internazionale e le strategie di comunicazione.

Partiamo da qui: non è un mistero che vi siano relazioni tra Trump e Putin, le cui convergenze crescono di giorno in giorno soprattutto per monitorare e contenere le ambizioni cinesi. In questo triangolo oggi l’Italia sta giocando una partita importante e molto pericolosa, tenendo buoni rapporti bilaterali con tutte e 3 le grandi potenze. Mi piacerebbe poter pensare che questo posizionamento sulla scacchiera sia frutto di precise strategie, ma considerando il background del nostro attuale Ministro degli Esteri e lo spessore internazionale dei nostri politici tutti, ho il timore che si tratti di un posizionamento avvenuto più per ragioni economiche che per precise tattiche politiche.

Dallo scoppio della crisi sanitaria italiana legata al coronavirus, le tre superpotenze hanno iniziato ad azzardare mosse mai provate fino ad oggi nei nostri confronti. Prestate attenzione all’importanza della comunicazione e alle tempistiche di tutta questa serie di avvenimenti.

1. Scoppiata la crisi in Italia, la prima mossa tocca all’Europa. Purtroppo la frase di rara imbecillità pronunciata da Christine Lagarde durante la conferenza stampa della BCE a metà marzo fa crollare il morale degli italiani, ma soprattutto – facendo precipitare nel baratro le borse – fa vacillare anche la fiducia degli europeisti più convinti.

WhatsApp Image 2020-03-14 at 22.31.552. La Cina intravede un’opportunità e, agendo tempestivamente, inizia a far piovere aiuti sull’Italia, impostando una strategia di comunicazione sui social davvero perfetta. Su Facebook l’Ambasciata Cinese pubblica post estremamente efficaci che dicono: “non abbiamo mai dimenticato l’aiuto ricevuto dall’Italia e ora è il nostro momento di ricambiare questi aiuti”. Ma non solo. L’Ambasciata cinese, subito dopo la gaffe della Lagarde, scrive anche: “i veri amici si vedono nel momento del bisogno”.

WhatsApp Image 2020-03-14 at 22.31.55 (1)3. L’opinione pubblica italiana diventa rapidamente filo-cinese. Putin si accorge della crescente fascinazione dell’Italia nei confronti di Xi, una cosa che irrita anche Trump, e si muove rapidamente, organizzando la spedizione militare a Bergamo.

4. Il semplice fatto che militari russi siano arrivati nel nostro Paese – con il consenso americano – rappresenta per Mosca un risultato di portata storica. Putin offre il suo aiuto, manda un contingente di esperti ed ottiene di poter fare ricerche sul virus italiano per capire se è mutato rispetto al ceppo di Wuhan di cui si ritengono già esperti. La notizia degli aiuti russi che arrivano in pompa magna con l’esercito fa breccia nell’opinione pubblica italiana che, già un po’ filo-cinese, diventa anche un po’ filo-russa.

5. Intanto all’immagine dell’Europa danno una picconata anche la Repubblica Ceca che sequestra 110.000 mascherine che la Croce Rossa cinese aveva spedito all’Italia, e la Polonia che blocca 23.000 mascherine dirette alla sanità della regione Lazio.

Schermata 2020-04-05 alle 09.23.456. Sul fronte russo accade un fatto imprevisto. “La Stampa” pubblica un’inchiesta piuttosto critica sulla spedizione militare, ipotizzando in estrema sintesi che si tratti di una mossa di Putin per piazzare un po’ di spie in Italia. Il generale Igor Konasenkov, portavoce del ministero della Difesa russa, reagisce commettendo un errore di comunicazione. Scrive un post su Facebook attaccando duramente il quotidiano, con toni tipici di un regime repressivo, chiudendo addirittura con una minaccia nemmeno tanto velata. “Sappiamo i nomi dei reali committenti della russofobia de La Stampa,” scrive Konasenkov, chiudendo con una frase abrasiva e sgradevole, non a caso in inglese: “bad penny always come back”.

87262739_2903368396393605_969203466771628032_n7. L’opinione pubblica italiana diventa subito un po’ meno filo-russa, perché qui da noi pare si tengano ancora in considerazione la libertà di stampa e la libertà di opinione (guai a togliere all’italiano medio la possibilità di dimostrarsi esperto di tutto sui social) e la Cina coglie l’opportunità annunciando una nuova ondata di aiuti e pubblicando le foto di tutte le mascherine giunte nei vari ospedali italiani, al grido di “forza Cina e Italia”.

8. L’Europa intanto continua a perdere tempo. L’Italia è in crisi nera, la Spagna va a fondo insieme a noi, sale la paura e i cittadini europei – persino quelli i tedeschi – spingono perché si diano gli aiuti economici richiesti, ma la burocrazia dell’Unione è un mostro lento e farraginoso. Gli aiuti arrivano da Cuba, dall’Albania (che da prova di saper comunicare meglio di chiunque altro), dalla Turchia, da ovunque tranne dai primissimi alleati italiani. Persino la Francia inizia a prendere le distanze dall’atteggiamento europeo. Anche qui la pessima comunicazione dell’UE, lontana anni-luce dai cittadini, gioca un ruolo sostanziale nella formazione dell’opinione.

9. A questo punto Trump, seppure impegnato sul fronte statunitense ad arginare la crisi sanitaria che cresce a dismisura, fa la sua mossa e promette aiuti all’Italia, battendo sul tempo l’Europa. 100 milioni di dollari, una cifra che suona rotonda e fa breccia nel cuore degli italiani che, si sa, sono sempre stati un po’ filo-americani (e un po’ paraculi).

Le tre super potenze sono ancora in gioco e in sostanziale equilibrio sulla scacchiera italiana. L’Europa, in data 5 aprile – non è ancora pervenuta. Vedremo nei prossimi giorni, anche alla luce di quello che abbiamo osservato, come si evolverà la situazione.

Viviamo in un’epoca segnata dal cambiamento dei paradigmi ed è necessaria una critica seria e costruttiva sul nostro modello di società. Questa pandemia è come una guerra mondiale e non farà che accelerare le trasformazioni che erano già in corso, ma che faticavano a farsi strada. Speriamo che questa tremenda crisi, con le sue inevitabili ripercussioni sociali ed economiche sia l’inizio di un nuovo corso, un Rinascimento Italiano ed Europeo che ci porti verso un futuro più luminoso.

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