Crisi. La Grecia è salva e l’Europa ritrova la strada di casa

Sono uno di quelli che spera, in futuro, di diventare cittadino degli “Stati Uniti d’Europa”, senza rinunciare al mio essere italiano. I padri fondatori dell’Europa hanno siglato le prime alleanze sulla base di piani concreti per l’aiuto reciproco. Trattati che si sono fatti più complessi e articolati nel tempo, ma che continuano ad essere alla base di tutto. Senza “principio di solidarietà tra popoli europei” non ci sarebbe nulla. Ecco perché credo che questa notte l’Europa, varando il piano di aiuti per la Grecia, abbia di fatto ritrovato la strada di casa e la propria identità.
Immagino che nelle 12 interminabili ore di riunione, si siano confrontate le due anime della UE. Quella che avrebbe preferito sostenere le economie forti lasciando sprofondare la Grecia nel baratro, e quella che ritiene che la crisi vada affrontata restando uniti. L’Eurogruppo ha trovato il coraggio di dare fiducia ad un popolo in difficoltà, la cui classe politica ha commesso più di un errore, ma che paga anche il prezzo delle forti speculazioni finanziarie sul debito pubblico effettuate da altri Paesi.
Con i 110 miliardi di euro già stanziati nel 2010 con il primo programma di aiuti, la cifra totale sale a 240 miliardi. Il primo ministro greco Luca Papademos in conferenza stampa si è dichiarato molto soddisfatto dell’accordo raggiunto (anche se ha dovuto incassare una sorta di commissariamento permanente della troika Ue-Bce-Fmi). Per il premier italiano Mario Monti e’ la prova che ”l’Europa e’ anche in grado di funzionare”. Non posso dargli torto.
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Sono uno di quelli che spera, in futuro, di diventare cittadino degli “Stati Uniti d’Europa”, senza rinunciare al mio essere italiano. I padri fondatori dell’Europa hanno siglato le prime alleanze sulla base di piani concreti per l’aiuto reciproco. Trattati che si sono fatti più complessi e articolati nel tempo, ma che continuano ad essere alla base di tutto. Senza “principio di solidarietà tra popoli europei” non ci sarebbe nulla. Ecco perché credo che questa notte l’Europa, varando il piano di aiuti per la Grecia, abbia di fatto ritrovato la strada di casa e la propria identità.

Immagino che nelle 12 interminabili ore di riunione, si siano confrontate le due anime della UE. Quella che avrebbe preferito sostenere le economie forti lasciando sprofondare la Grecia nel baratro, e quella che ritiene che la crisi vada affrontata restando uniti. L’Eurogruppo ha trovato il coraggio di dare fiducia ad un popolo in difficoltà, la cui classe politica ha commesso più di un errore, ma che paga anche il prezzo delle forti speculazioni finanziarie sul debito pubblico effettuate da altri Paesi.

Con i 110 miliardi di euro già stanziati nel 2010 con il primo programma di aiuti, la cifra totale sale a 240 miliardi. Il primo ministro greco Luca Papademos in conferenza stampa si è dichiarato molto soddisfatto dell’accordo raggiunto (anche se ha dovuto incassare una sorta di commissariamento permanente della troika Ue-Bce-Fmi). Per il premier italiano Mario Monti e’ la prova che ”l’Europa e’ anche in grado di funzionare”. Non posso dargli torto.

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