Benedetto XVI e i cattolici-ma-però

Il Papa è un bersaglio davvero facile. Non querela nessuno, nessuno ha mai dovuto risarcirlo per averlo sbertucciato pubblicamente, non ordina ai suoi fedeli di mettere a ferro e fuoco le città. Inoltre quando lo si sbeffeggia o lo si insulta si ottengono titoloni sui giornali, ospitate nei salotti bene della Tv (pubblica soprattutto), ed in particolare l’applauso di una fetta importante della politica italiana, quella fetta che sta al Governo e si identifica nella sinistra radicale o radical-chic.

Per le vignette satiriche in Danimarca la sinistra europea è insorta, è subito corsa a difendere quegli imam che chiedevano ai fedeli di bruciare le ambasciate o di colpire al cuore l’occidente (sappiamo tutti con quali armi). Benedetto XVI, invece, non viene difeso nemmeno dai suoi vescovi. Qualcuno ha letto due righe delle autorità ecclesiastiche piacentine a difesa del Santo Padre, dopo i vergognosi attacchi orchestrati in seguito alla sua lezione (fraintesa ad arte) di Ratisbona? Direi proprio di no. Per il Papa non si è mosso nessuno.

Oggi abbiamo Andrea Rivera. Un perfetto sconosciuto che, non si sa per quale santo in paradiso, si è trovato in diretta nazionale sul palco del concerto del primo maggio. Quale occasione più ghiotta per ottenere visibilità che non prendersela con un bersaglio tanto perfetto?

La polemica nasce perchè il suo diritto ad esprimere liberamente le proprie idee (a spese di chi, malvolentieri come il sottoscritto, paga il canone Rai pur senza mai guardarla), non è estendibile al Papa. Il Santo Padre sembra essere l’unico che non deve assolutamente parlare, perché le sue dichiarazioni possono recare offesa alla sinistra italiana.

La verità è che le parole del Papa mettono in fortissimo imbarazzo Prodi e compagni di merende. Infatti sono tutti pronti a definirsi “cattolici” quando è il momento di prendere i voti che servono a vincere le elezioni, per poi gridare allo scandalo quando il Papa – facendo semplicemente il mestiere del Papa – dice ai suoi fedeli quello che questi si aspettano di sentire. Cioè che la vita è sacra e appartiene al Signore, anche quella di un feto. Anche il primo giorno del suo concepimento. E che la “famiglia” cristiana è quella composta da un uomo, da sua moglie e dai loro figli.

Benedetto XVI parla a chi lo vuole ascoltare. Chi non è cattolico non è obbligato a seguire i dettami della Chiesa, e nessuno obbliga i politici a votare secondo i precetti della religione cattolica. E’ una questione di coscienza, di etica e di morale.

In questo caso l’unica cosa immorale è, a mio avviso, sfruttare i riferimenti alla Chiesta quando fanno comodo per ottenere seggi in Parlamento, una poltrona di Primo Ministro, o semplicemente gli ingaggi per tutte le prossime Feste dell’Unità. Chissà, magari sarà proprio Andrea Rivera a condurre il prossimo Festival di Sanremo.

Viva la Rai!

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