Berlusconi condannato. Per i giudici 32 testimonianze sono false. Non era mai successo nella storia che i giudici decidessero in base a una ”teoria del complotto”

Lo scandalo Rubygate si chiude senza sorprese, con una condanna per Silvio Belusconi. La pubblica accusa aveva chiesto 6 anni di reclusione, ma i giudici di Milano hanno deciso per 7. Ma la vera notizia non è la sentenza di condanna, quanto il come si è arrivati a decidere per la colpevolezza dell’ex premier italiano. Secondo i giudici del Tribunale di Milano, infatti, ben 32 testimoni avrebbero raccontato il falso, mentendo sotto giuramento. Nella storia del diritto italiano non si era mai vista una decisione basata su una sorta di “teoria del complotto” secondo la quale 32 persone si sarebbero accordate per mentire ai giudici. 32 persone che ora saranno incriminate per spergiuro.
Dalla lettura della sentenza mi è sembrato chiaro che se i giudici si fossero fermati a quanto emerso dalle testimonianze e dalle prove presentate in aula, non avrebbero potuto condannare il Cav. L’unico modo per inchiodarlo era mettere in discussione le prove portate dalla difesa. Quindi le testimonianze che scagionavano l’imputato sono state ritenute, quasi in blocco, false e costruite ad arte. Con alle spalle un unico diabolico regista: Silvio Berlusconi.
Non entro nel merito della decisione dei giudici, ma vorrei soffermarmi sul fatto che le trascrizioni delle 32 testimonianze sono state trasmesse alla Procura affinché “possa valutare se procedere all’incriminazione”. Si, perché la decisione non starebbe in piedi se non venisse provata l’effettiva colpevolezza dei 32 testimoni che avrebbero mentito sotto giuramento per salvare la pelle al capo. E’ questo l’aspetto più significativo della sentenza di ieri, perché è la “testata d’angolo” su cui poggia l’intera decisione e sulla quale procederanno in Appello i difensori dell’ex primo ministro.

Vuoi dirmi la tua su questo Editoriale?
Parliamone su Twitter

Categorie