Google+ sfida Facebook. Grazie alle ”cerchie” si può impedire alla fidanzata di vedere le foto condivise con le nuove amiche

Arriva Google Plus. Ci voleva proprio un nuovo social network nell’era di Facebook. Se già passate 5 delle vostre 8 ore lavorative sul sito che ha reso miliardario Mark Zuckerberg, perché non dedicare le rimanenti 3 al nuovo capolavoro progettato a Mountain View?
Ma quali sono le differenze? Cosa dovrebbe spingere l’utente medio del Faccialibro a spostarsi su un nuovo social network meno frequentato, con gli stessi pulsanti (ma ben posizionati in luoghi diversi in modo da incasinare la vita degli utenti) e per il momento privo di tamarrate come poke, giochini scemi e tools per sfottere gli amici?

L’unico plus di Google plus sembra essere il sistema delle “cerchie”. In pratica, una volta aggiunta una persona al nostro network, la si può collocare all’interno di una cerchia (“gli amici del Liceo”, “i colleghi dell’ufficio”, “la famiglia”, “i rompiscatole”, ecc.). Chi appartiene ad una cerchia non può vedere cosa “postiamo” alle altre cerchie. In pratica – e questa è la sola cosa di cui si parla in Rete – si può inserire la fidanzata in una cerchia, in modo che non si arrabbi quando interagiamo con le nuove amiche inserite in un’altra cerchia, scambiandoci foto, video, ecc.
Basterà questa idea a decretare il successo della “Grande G” (che non è quella di Galimberti, come recitava un famoso spot degli anni ’80, ma quella di Mountain View)? Per il momento Facebook sembra imbattibile.

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