Yannis Behrakis è nato nel 1960 in Grecia, ad Atene. In questi anni ha raccontato molte storie con le sue fotografie, dal funerale di Khomeini in Iran, alla guerra in Croazia, Bosnia e Kosovo, dalla crisi politica ed economica greca, fino alle migrazioni dei profughi nel mediterraneo. Oggi, grazie ad un post di Marco Cattaneo, ho scoperto una fotografia che mi ha commosso.
Il giornalista di Sky ha commentato: “I bambini si stancano, quando c’è troppo da camminare. Ne hanno diritto. E non mi riesce di immaginare un padre, per quanto provato, che si neghi. E penso al senso di protezione che ho nei suoi confronti. E penso che, per quanti muri possiate costruire, non lo fermerete, quel padre”.
Yannis Behrakis è un premio Pulitzer proprio grazie alla potenza di certi scatti. Commentando il suo lavoro ha scritto: “The emotional impact of covering the refugee crisis is devastating. I have suffered from insomnia and nightmares, and felt guilty many times for not being able to do more. I have refugee blood myself – and I am a father”.