Perché Matteo Salvini continua a mettere sui social foto mentre mangia pane e nutella, arancini al ragù o normalissimi spaghetti al pomodoro?
Per chi è del mestiere la risposta è scontata, ma consentitemi una breve riflessione tecnica, non politica.
Tutto è cominciato il giorno in cui troppi di noi hanno scelto di preferire un politico simile all’uomo qualunque piuttosto che un rappresentante delle istituzioni che fosse migliore della media, più colto, più preparato, più competente.
Il ministro, il sindaco, il deputato, una volta, erano modelli di riferimento. Erano ritenuti mediamente più competenti, e quindi in grado di decidere al posto nostro su questioni delicate e complesse.
Ora – complice una trasformazione digitale che “il popolo” ha prevalentemente subito senza dedicare tempo e studio per comprenderla a fondo – troppi di noi sono sinceramente convinti che chiunque possa fare il ministro dell’economia. Una fetta importante degli aventi diritto al voto ritiene che si possa governare una nazione con la semplice diligenza del “buon padre di famiglia”.
I social media manager (e chi fa il mio mestiere) questo passaggio lo hanno compreso fin troppo bene. Oggi il like su una fetta di pane e nutella vale più di un qualsiasi congresso di partito. Matteo Salvini recita la parte dell’uomo della strada che mangia come noi orrendi piatti di pasta, accarezza gattini e si consola con pane e nutella perché sa che gli elettori, in questo momento storico, hanno deciso di fidarsi delle persone in cui riescono a riconoscersi. I dati sui quali i social media manager impostano il loro lavoro confermano che gli elettori diffidano di coloro che, forti dei propri studi o della conoscenza maturata, si dimostrano competenti.
Il futuro dei nostri figli è condizionato dal modo in cui gli elettori prendono le loro decisioni. Decide la maggioranza, ma lo fa basandosi solo sulla pancia perché informarsi costa troppa fatica.
Informarsi non significa per forza leggere più di un giornale, magari approfondire con un libro ogni tanto, dare un’occhiata alla stampa estera… significa banalmente non confondere un post su Facebook con una notizia, avere cura di verificare ciò che si legge sui social e sapere con assoluta certezza che più un titolo è allarmista e maggiore è la probabilità che la notizia sia falsa o ingannevole. Quante volte abbiamo condiviso un post senza fare alcun tipo di verifica?
Ecco perché Matteo Salvini mette sui social le foto dei suoi pranzi. È una tecnica di comunicazione efficace, che raggiunge più di un obiettivo (che non approfondisco perché non voglio parlare di politica, ma solo dell’aspetto tecnico delle cose) e lo ha portato a governare il Paese.