La piaga del gioco d’azzardo. Boom a Piacenza di sale giochi e videopoker

Qualcuno si è accorto che negli ultimi 2 anni sono spuntate come funghi sale giochi e “compro oro”? In un viaggio a Budapest, alcuni anni fa, mi aveva impressionato il numero di macchinette da videopoker, casinò e banchi dei pegni che si trovavano in ogni angolo della città; oggi Piacenza assomiglia un po’ di più a queste città dell’est Europa dove il gioco d’azzardo ogni anno rovina decine di migliaia di famiglie.
Scrive Piacenza24: “Piacenza assomiglia sempre Piacenza spende ogni anno 241.687.413 euro, corrispondenti a 893 euro per cittadino, ossia il 2,96% del PIL provinciale in giochi d’azzardo”.
E’ un dato allarmante. Soprattutto perché non tiene conto di “gratta e vinci”, “win 4 life”, “super enalotto”, “scommesse sportive”, “giochi online”, sale bingo e luoghi dove si gioca clandestinamente. E’ un problema sociale che trova terreno fertile in una Paese in crisi di valori più che in crisi economica.

Lo Stato italiano è come “Due Facce”, uno dei nemici di Batman. Vive sospeso a metà tra l’ipocrisia delle campagne di prevenzione e i guadagni facili derivanti dal gioco. Il problema del gioco riguarda tutti. “Ogni giocatore patologico costa alla società circa 38.000 euro all’anno – ha spiegato la senatrice Emanuela Baio, basandosi sui dati dello studio ‘Social cost of gambling’ – Tra costi diretti, trattamenti ambulatoriali e ospedalieri, la protezione dei giocatori, la ricerca e la prevenzione, i procedimenti legali e i crimini legati al gioco”.

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