La solitudine del Re

Più sei in alto e più sei solo. E non c’è bisogno di essere arrivato in alto quanto Sergio Marchionne per provare il senso di assoluta solitudine di chi deve prendere continuamente decisioni. La responsabilità condivisa, a parer mio, non esiste e chi comanda, anche in una piccola azienda, nei momenti difficili e in quelli importanti è sempre solo. 

Ho conosciuto molti imprenditori di successo, ho avuto il privilegio di lavorare con veri leader, con persone capaci di circondarsi di talenti, di confrontarsi in modo aperto, sincero e costruttivo, di delegare in modo efficiente. Tuttavia nei momenti difficili in tanti mi hanno confidato di essersi sentiti completamente soli. Questo perché, in fondo, nessuno conosce mai veramente chi ha accanto. Anche i compagni di vita, i familiari più stretti, gli amici più sinceri conoscono solo una minima parte di ciò che facciamo ogni giorno e di ciò che alberga nelle nostre anime. Viene naturale immaginare che la solitudine decisionale dei leader sia uno spazio regolato e silenzioso. Non è affatto così: in quello spazio di solitudine c’è il caos in ogni sua forma, e occorre un dispendio fortissimo di energia per tenere a bada angoscia, dolore e sgomento.

Gli inglesi hanno 2 vocaboli diversi per descrivere la solitudine: “Solitude” e “Loneliness”. Il primo vocabolo ha un’accezione positiva e si riferisce a quella solitudine si cerca quando ci si concentra su di sé, quando si definisce un proprio spazio personale: è quel momento di raccoglimento necessario per pensare, ragionare a fondo, creare. Il secondo vocabolo, al contrario, ha un’accezione negativa, presuppone una distanza dolorosa tra sé e le altre persone, sottintende ansia, angoscia, rabbia. Non è facile trovare un equilibrio costante tra queste due forme di solitudine. 

Credo che al centro della solitudine del leader ci sia il valore della responsabilità. Chi ha un ruolo decisionale compie ogni scelta avendo ben presente un quadro generale più ampio. Le variabili sono infinite e ciò che sembra giusto e saggio alle 8 di mattina può sembrare folle e sbagliato alle 8 di sera dello stesso giorno. Per questo condividere una decisione è così difficile. La condivisione, l’ascolto e la delega sono indispensabili, ma la responsabilità è sempre di uno soltanto. 

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