Le carte piacentine. Dagli aes signatum romani al mazzo regionale più bello

Le carte da gioco piacentine sono le carte più belle tra quelle regionali italiane. E’ un’affermazione forte se si pensa che in tutte le osterie d’Italia (e non solo) si gioca a carte con mazzi regionali, ognuno con la propria storia ricca di fascino.

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Le carte piacentine sono diffuse nelle province dell’Emilia occidentale e centrale, in Lombardia (soprattutto nel sud della regione), negli Appennini della Toscana (zona Garfagnana), nelle Marche, in Umbria e nel Lazio, perché i possedimenti dello Stato Pontificio nello XIX secolo confinavano con i ducati emiliani.

Le carte regionali italiane sono circa 20 e ne esistono altre in Spagna e in Francia. Le romagnole sono simili alle piacentine, le siciliane hanno disegni comprensibili, le bergamasche sono tremendamente ostili, le napoletane affascinanti… ma nessun mazzo è esteticamente bello come quello di Piacenza.

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Si dice che le illustrazioni siano ispirate a quelle cinquecentesche di Phelippe Ayet per un mazzo di carte spagnolo, portato dai soldati nelle nostre terre, dove in effetti troviamo la Polla (l’asso di denari per i profani), il tre di bastoni, un asso di coppe praticamente identico e le figure somiglianti.

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Le carte illustrate da Phelippe Ayet discendono a loro volta da quelle moresche diffuse in occidente. Nel mazzo più antico trovato in Europa (nominato dagli studiosi “Italia 2”, datato 1400 e custodito presso il Museo Fournier delle Carte da Gioco di Alava in Spagna) le figure vestono come la nobiltà del Nord Italia. La datazione degli esperti le colloca in un periodo antecedente ai famosi tarocchi viscontei, ma la cosa davvero affascinante è che le carte da gioco regionali, molto probabilmente, discendono dalle monete romane.

Mazzo moresco Italia 2

Nella prima metà del III secolo a.C. nella nostra zona e nell’Italia centrale erano diffusi gli “Aes Signatum” (una parola che suona già simile ad “asso”), lingotti di bronzo sui quali erano presenti alcune figure tra cui l’antenato della Polla, la spada o il bastone.

 

aes signatum carte piacentine

Osservando questi simboli è facile riconoscere la spada, la clava, l’anfora e l’aquila. E proprio osservando l’aquila imperiale, regina del cielo simbolo del Sole, troviamo un ultimo affascinante indizio. Il seme dei “denari” molto probabilmente in origine era il seme dei “soli”, a giudicare dalle illustrazioni più antiche. E il mazzo di carte piacentine è tra i pochi che rappresenta i “denari” con il volto, proprio come fossero soli splendenti, gli stessi soli splendenti che si trovavano su molte monete dell’antica Roma.

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FONTI:

  • La Vera Origine delle Carte Piacentine – http://www.piacenzantica.it/page.php?197
  • Il mazzo moresco Italia 2 http://www.apuania.it/VECCHIOSITO/moresco.html
  • Aes Signatum https://www.treccani.it/enciclopedia/aes-signatum_%28Enciclopedia-Italiana%29/

 

 

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