Tra ieri e oggi sui social network una delle parole più usate è “Diaz”. Dopo che l’orda di barbari che si fanno chiamare “manifestanti pacifici” ha messo a ferro e fuoco Milano, in molti hanno collegato i fatti a quelli di Genova. Tanti hanno invocato una “pioggia di legnate” sui black bloc e sui loro amici. Altrettanti hanno chiesto le dimissioni del ministro Angelino Alfano che non ha saputo fare nulla per evitare che le previsioni sugli episodi di violenza si avverassero. Inevitabile, anche se non corretto, il collegamento con la recente sentenza di Strasburgo che ha condannato l’Italia per tortura per il caso Diaz. A me, invece, colpisce un’altra cosa: l’omertà dei manifestanti di sinistra che si definiscono “pacifici”.
Possibile che non ci sia nessuno tra questi pacifisti che abbia riconosciuto uno dei teppisti che hanno bruciato la macchina della signora Maria e spaccato la vetrina del negozio di Luigi (che per sfiga era a fianco della BNL)? Omertà fa rima con complicità, soprattutto quando è palese che questa gente (che gira il mondo a sprangare pacificamente le auto e a lanciare sassi contro la Polizia) un po’ si conosca… Lo sanno i politici, lo sanno le forze dell’ordine, e lo sappiamo anche noi.
La verità è che non basta dissociarsi dai violenti. Bisogna denunciarli e farli chiudere in gabbia. Possibilmente bisogna fare in modo che riparino anche i danni, perché la macchina bruciata alla signora Maria non la ricompra nessuno.
Leggiamo un po’ di commenti su Facebook. Da destra a sinistra, tutti condannano la violenza di ieri. Scrive sul social Katia Tarasconi (Pd): “Guardiamo il TG, fuoco, vetri rotti, fumogeni, muri imbrattati… il mio piccolo mi chiede: mamma, perché lo fanno? Non riesco a trovare una risposta seria e che abbia un senso. Non c’è motivo al mondo per comportarsi così. Nessuno”. Tommaso Foti (FdI) fa eco sempre su Facebook: “Per Renzi oggi inizia il domani. Mai dubitato che con un incapace come lui il domani sarà solo dei violenti e dei delinquenti. In ogni caso, per i black bloc che hanno ridotto così Milano la risposta e’ una sola: legnate, legnate, legnate a più non posso. E se sostenere ciò significa essere fascista, felice di esserlo!”
Molto diretto anche Matteo Salvini: “Manifestanti a Milano? No, pezzi di merda da chiudere in galera. Dimissioni di Alfano, ma anche di quell’incapace di Renzi”.