Mondiali 2010 in sintesi: Sudafrica, Spagna, polpo Paul, vuvuzela, Waka Waka, Mandela, Ubuntu

Si sono chiusi i primi campionati mondiali di calcio ospitati da un Paese africano, con la vittoria della nazionale spagnola. Ma questa festa dello sport verrà ricordata e passerà alla storia anche per una serie di cose che con il calcio non hanno nulla a che vedere.

Cominciamo con il mitico polpo Paul, capace di centrare 8 pronostici su 8, dall’ascesa al declino della Germania, concludendo la propria attività di indovino azzeccando pure il match che ha coronato la Spagna campione del mondo.

E che dire del tormentone “Waka Waka” che ha permesso a Shakira di superare il milione di copie vendute in tutto il mondo (compresi gli USA che snobbano da sempre il “soccer”)? Di certo si tratta di un brano orecchiabile e ben costruito, che è piaciuto subito e continua a girare in radio anche dopo la cerimonia di chiusura.

Per non parlare, poi, delle insopportabili vuvuzela, quelle malefiche trombette che hanno sbriciolato i nostri timpani, quelli dei giocatori, dei commentatori, e che – molto probabilmente – faranno felici i produttori di protesi per l’udito.

Questi mondiali sono stati importantissimi per il Sudafrica e per tutto il continente nero. Tra i successi di questo evento mi permetto di evidenziare la diffusione planetaria del concetto di ubuntu. Come spiegato anche da Nelson Mandela, presente alle carimonia di chiusura, il termine “ubuntu” è un concetto, una filosofia di vita che esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza non solo dei propri diritti, ma anche dei propri doveri, poiché è una spinta ideale verso l’umanità intera, un desiderio di pace.

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