Montami… a costo zero. Superare il limite con la pubblicità

Oggi torniamo a parlare di pubblicità. Per chi non avesse mai fatto un giro sul blog di Selvaggia Lucarelli, eccovi un link utile, tanto per iniziare. La Lucarelli è una delle poche donne dello star system dotata di autoironia, e nei suoi scritti fa davvero morire dal ridere. In uno dei suoi ultimi post, la suddetta autrice ha pubblicato i poster 6×3 di due campagne pubblicitarie davvero singolari, entrambe accumunate da un uso “velato” di metafore a sfondo sessuale.

“Montami… a costo zero” è il raffinato slogan scelto da un’azienda che si occupa di fotovoltaico (come? non l’avevate capito?). La scritta ben si accompagna alla figura di una donna, naturalmente nuda, in posizione “more ferarum“, come dicevano i latini.

Per pareggiare il conto, come suggerisce la Lucarelli, abbiamo il poster pubblicitario di una compagnia di navigazione, dove una coppia di maschioni a petto nudo si copre il viril membro con due pietanze dall’aspetto fallico. Lo slogan, anche qui raffinatissimo, recita: “Babà o Cannolo?”

Ho sempre sostenuto che il “buon senso” sia la chiave di ogni strategia di marketing. In questo caso è mancata anche un certa dose di “buon gusto”. Perché se è vero che pubblicità come queste possono rimanere impresse facilmente ed attirare la curiosità degli utenti, è altrettanto vero che trascineranno con sé due effetti inevitabili:

– il messaggio, eccessivamente volgare, può trasmettere un’immagine negativa all’azienda pubblicizzata. Ciò che è “volgare” può urtare certe sensibilità; inoltre è spesso associato all’idea di “sporco” e “non professionale”.

– l’espressione del messaggio, eccessivamente forte, può sovrastarne il contenuto. Molti ricorderanno questi poster, ma pochissimi terranno in mente il nome dell’azienda promossa.

Categorie