Era il 28 marzo del 1994 quando mi sono seduto davanti alla vetrina dell’Alphaville, a Piacenza, in trepidante attesa. Non vedevo l’ora di mettere le mani sulla mia copia di “The Division Bell”, l’ultimo album in studio dei Pink Floyd, un CD che avrebbe segnato la mia estate fino al concerto di Torino, allo Stadio Delle Alpi, e oltre. Non era certo l’album più bello dei Pink Floyd, ma l’ho amato tantissimo per le parti strumentali, per la struttura e la complessità delle composizioni e per il tocco dolce e raffinato di Richard Wright che ha affiancato David Gilmour nella scrittura dei pezzi.
A 20 anni di distanza uscirà, il 10 novembre 2014, “The Endless River”, quindicesimo album in studio dei Pink Floyd. E il protagonista sembra essere proprio il fantasma di Rick Wright. David Gilmour e Nick Mason, insieme al bassista Guy Pratt e alla corista Durga McBroom (due presenze fisse dell’era post Roger Waters), hanno riportato alla luce alcuni brani inediti registrati durante la lavorazione di “The Division Bell”.
I nuovi pezzi incisi dai Pink Floyd vent’anni fa, erano parte di un side-project dal titolo “The Big Spliff”. Da quelle tracce la band ha iniziato a lavorare ad un progetto completamente nuovo.
“La registrazione iniziò durante le sessioni di The Division Bell,” racconta Durga McBroom, “per questo motivo su di essa ci sono tracce di Richard Wright. Ma David e Nick sono andati avanti e hanno fatto molto più da allora. Era nata per essere una registrazione del tutto strumentale, ma a dicembre arrivai e cantai su qualche traccia. David poi aumentò le mie parti da corista e lui stesso cantò come voce solista in almeno una traccia”.
“Abbiamo ascoltato oltre 20 ore di musica suonata da noi tre e abbiamo selezionato ciò su cui volevamo lavorare per questo nuovo album,” ha spiegato David Gilmour. “Nel corso dell’ultimo anno abbiamo aggiunto delle parti nuove, ri-registrato delle altre e reso attuale la vecchia tecnologia di studio di allora, in modo da avere un nuovo album dei Pink Floyd da 21° secolo. Rick se ne è andato e con lui, per sempre, anche la possibilità di rifare quei brani, quindi, ci è sembrato giusto rendere disponibili, come parte del nostro catalogo, queste versioni rivisitate e rilavorate”.
“The Endless River”, secondo le indiscrezioni, sarà un album strumentale con musica d’ambiente e poche parti cantate. L’artwork scelto per la copertina è stato realizzato da Ahmed Emad Eldin, un ragazzo di 18 anni, egiziano. Un uomo su una barca rema su un mare di nuvole, in un’atmosfera davvero floydiana.
Per il momento l’album si può prenotare nei negozi, su Amazon e su iTunes. Ecco i titoli delle tracce.
Things Left Unsaid
It’s What We Do
Ebb and Flow
Sum
Skins
Unsung
Anisina
The Lost Art of Conversation
On Noodle Street
Night Light
Allons-Y (1)
Autumn ’68
Allons-Y (2)
Talkin’ Hawkin’
Calling
Eyes to Pearls
Surfacing
Louder than Words
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