Si può fare un film su Silvio Berlusconi senza descriverlo con ignominia? Si può realizzare una biografia imparziale e distaccata di un uomo che, nel bene e nel male, è stato protagonista degli ultimi vent’anni di politica italiana? Certo, si può fare. Ma a quale prezzo?
Roberto Faenza ha realizzato il film “Silvio Forever”, una autobiografia non autorizzata di Berlusconi, scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella e distribuito da Lucky Red. Un film “né pro e né contro”, come lo definisce lo stesso autore, che afferma: “forse disturberà la sinistra che si aspettava che lo attaccassimo. Ma non si può cancellare una parte di Paese che adora il suo leader: questo film non l’attacca, ma lo rappresenta”.
Il film è costruito con immagini di repertorio, montando clip e parole di Berlusconi in presa diretta, pubblicate su libri e giornali, interventi e testimonianze, tra gli altri, di Roberto Benigni, Dario Fo, Indro Montanelli, Enzo Biagi, don Verzè.
L’Italia è un Paese strano, soprattutto quando si parla di Berlusconi. Il “Ministero per i Beni e le Attività Culturali” finanzia centinaia di film, alcuni dei quali non arrivano nelle sale. Ha finanziato anche “Vacanze di Natale”, ma non “Silvio Forever”.
Censurato prima del suo esordio (il 25 marzo in 100 sale italiane)? “Per il gruppo Mediaset Silvio Forever non esiste”, ha spiegato Faenza “mentre vorrei davvero conoscere la faccia di chi in Rai ha deciso di censurare il trailer. Nemmeno il Tg3, mi dicono, ne vuole parlare; non è un Bel Paese”.