Strage di bambini negli USA. Ucciso il killer. Obama piange in tv

NEWTOWN, Connecticut, USA – Sono almeno 27 le persone che hanno perso la vita in una vera e propria strage commessa da un ragazzo di vent’anni in una scuola elementare a un centinaio di chilometri da New York. Tra le vittime almeno 20 erano bambini tra i 5 e i 10 anni. Il killer si chiamava Adam Lanza e ha commesso la strage dopo avere ucciso sua madre, Nancy, insegnante alla Sandy Hook Elementary School di Newtown. Il giovane è stato trovato morto (non si sa se sia stato ucciso o se si sia tolto la vita). Il Presidente Barack Obama, intervenuto dopo la strage in diretta tv, si è vistosamente commosso asciugandosi le lacrime in più occasioni.
“Dobbiamo unirci per intraprendere azioni per impedire che cose del genere si ripetano, a prescindere dalla politica”, ha dichiarato Obama. Le parole del Presidente suonano però un po’ deboli. Una riforma che impedisca un accesso troppo semplice alle armi da fuoco andava fatta dopo le stragi di Columbine, di Virginia Tech, di Tucson e di Aurora.

Ogni giorno i numeri dimostrano che negli Stati Uniti il possesso diffuso di armi da fuoco facilita il compiersi di delitti e, purtroppo, offre agli squilibrati strumenti di morte molto efficienti. Difficile compiere una strage con un coltello o con un bastone. Concordo con quanto affermato dal sindaco di New York, Michael Bloomberg, intervenuto tramite il suo portavoce dopo avere appreso la notizia della strage di bambini. “Per ogni giorno che passa,” ha spiegato, “34 persone vengono uccise a colpi di armi da fuoco e oggi molte di queste erano bimbi di cinque anni”. La crociata contro le armi facili è uno dei cavalli di battaglia del primo cittadino della Grande Mela. “Abbiamo sentito che era troppo presto per parlare di riforma delle leggi sulle armi dopo Columbine, Virginia Tech, Tucson e Aurora. Ora lo sentiamo di nuovo”. Speriamo che questa volta le cose cambino davvero. Obama è un grande Presidente: gli auguro di passare alla storia per avere trovato il coraggio di fare marcia indietro sulle armi troppo facili nel suo Paese.

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