Femen in topless ruba la statua di Gesù Bambino dal Presepe in Vaticano. Che senso ha protestare offendendo i sentimenti religiosi delle persone?

A me, personalmente, le Femen hanno rotto le scatole. E parecchio. Devo ammettere che le loro prime proteste mi avevano incuriosito. Avevo trovato le loro provocazioni (manifestare in topless) un modo curioso ed efficace per fare in modo che si parlasse di certi temi, in zone del mondo che applicano la censura con frequenza, come la Russia di Putin. Esibirsi a seno nudo può essere una provocazione, per alcune culture conservatrici anche forte, ma di certo non era un comportamento offensivo. Ma tutto è cambiato quando si è assistito ad un’escalation di provocazioni che miravano ad offendere intenzionalmente i sentimenti religiosi di innumerevoli persone.
Oggi, in Vaticano, una manifestante aderente al collettivo Femen, tale Iana Zhdanova, ha rubato la statua di Gesù Bambino dal Presepe e l’ha esibita urlando frasi offensive. Questo gesto segue a ruota quello di alcune settimane fa, quando altre Femen – sempre in Vaticano – hanno usato crocifissi per masturbarsi in pubblico, davanti a numerose famiglie e bambini.

Che senso hanno queste manifestazioni? Il vilipendio, gli atti osceni in luogo pubblico, l’insulto che mira esplicitamente ad offendere i sentimenti religiosi, che senso hanno? E’ vero che tanti giornali in tutto il mondo riportano la notizia di questi gesti provocatori, ma il messaggio stesso passa del tutto inosservato. Chi si ricorda le ragioni della loro protesta? Rimane solo l’indignazione per chi si è sentito offeso e le risate inopportune di chi inneggia a tutto ciò che è dissacrante. Ma il messaggio di protesta sparisce nel nulla.

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